
Affermare che gli omicidi di Firenze siano imputabili alla follia dell’esecutore è profondamente ingiusto, fuorviante e mira a sgonfiare la gravità del gesto. Che fosse solo un “malato di mente” è molto facile dirlo ora che ha ucciso anche se stesso. Di certo era un folle, perché il razzismo è follia, ritenere la propria razza o la propria persona superiore ad altre è follia, ma follia lucida, come molti sanno e però tendono a minimizzare, a preferire la versione dell’insanità mentale.
CasaPound da sempre si è distinta come organizzazione con poche luci e tante, tantissime ombre ben protette dall’efficace strategia di comunicazione adottata dai vertici, capace di evidenziare in modo pomposo e superbo le iniziative che hanno un impatto positivo sull’opinione pubblica e di respingere ogni volta qualsiasi accusa di razzismo, xenofobia e intolleranza.
La retorica è sempre la stessa: rifugiarsi nel vittimismo, nell’essere presi di mira dalla politica benpensante bipartisan e infine nel porsi sullo stesso piano della sinistra radicale, insinuando di ricevere un trattamento diverso. Quest’ultima è davvero una spudorata menzogna, in quanto chiunque sia un minimo informato su tali vicende sa bene quanto CasaPound sia collusa con
certa politica anche istituzionale e con le forze di polizia. Cosa che ovviamente negano, nella loro sconfinata ipocrisia. Peraltro quella dell’ipocrisia è un’accusa che rivolgono praticamente al mondo intero eccetto loro stessi.
I vertici dell’organizzazione sanno bene che la negazione dell’evidenza è un’arma potentissima se utilizzata con sapienza, specie nell’epoca in cui è diventata uno strumento fondamentale per il controllo e il mantenimento del potere di un uomo e del suo partito.
E l’evidenza è che, per quanto possano continuare a schivare le accuse, per quanto possano continuare a dichiararsi diversi, sarà sempre in quegli ambienti che il razzismo e la xenofobia verranno tollerati, protetti, quando non fomentati.
Ambienti in cui emergono “correnti artistiche” come il Turbodinamismo, il cui manifesto è consultabile nella sezione attività culturali del sito di CasaPound. Il contenuto ha tutta l’aria di essere una parodia da bagaglino del fascio, ma non credo che lo sia.
Al primo punto viene spiegato cosa si intende per Turbodinamismo: Turbodinamismo è esaltare il gesto gratuito, violento e sconsiderato, con deferenza e riguardo al vestirsi bene.
Al secondo si specifica quale sia la finalità di tale arte: l’arte è morta da tempo immemore, rivive solo nell’immediatezza dell’azione brava e rischiosa e relega la sua fruizione unicamente al vantarsi poi con gli amici al pub.
Al terzo punto si spiega in cosa consiste tale attività: a chi ci chiede che lavoro fa il menatore rispondiamo seccamente che dispensa virtù nell’apnea decennale del teppismo di facciata.
Il mio preferito è il sesto punto: contro l’ansia da air-bag delle vostre mura imbottite, noi esaltiamo le suture e l’ortopedia, il pronto soccorso e maxillo-facciale, poichè urgono fratture per flirtare con le infermiere.
Ma è nell’ottavo punto che viene fuori il loro essere: agli anestetizzati del buonismo annunciamo che faremo sistematicamente a pezzi tutto quanto solo per il gusto di farlo. Siamo ben consci che rispondere puntualmente “perchè fa ride” a chi ci domanda il motivo di tanta intolleranza non fa che ingrassare il nostro alone di turpitudine, però fa ride.
Infine, nel decimo e ultimo punto, emerge una grande confusione mentale, che appare consapevole: il Turbodinamismo celebra la vita, col paradosso della distruzione, celebra la carne e l’accettazione titanica, mascherando nel sorriso la pulsione tragica e la metafisica della guerra. Sorseggeremo del buon whiskey mentre tutto brucia, abbiamo stabilito che il futuro ci appartiene.
Un paio di mesi fa, sul sito dell’ideodromo (parola orrenda) di CasaPound, l’Unione Turbodinamica ha pubblicato il “Manuale del fanatico emulatore”, altro capolavoro di esaltazione della violenza pura che consiglio di leggere per capire, sempre scritto con quel linguaggio spigoloso che rimanda alla fredda e brutta architettura marmorea del ventennio.
Se è vero che non si dovrebbe mai fare di tutta l’erba un fascio, in teoria non si dovrebbe neanche fare di tutti i fasci un fascio solo. Probabilmente è così, ci sono molti ragazzi di CasaPound (ne conosco alcuni) che ripudiano il razzismo e la xenofobia (almeno, così dicono), ma per quanto possano insistere sulla loro estraneità, è indubbio che sono questi gli ambienti favorevoli alla diffusione e crescita di un certo tipo di odio.
Infine, a prescindere dalla questione razziale, a me personalmente fa schifo anche la cultura che essi promuovono, e la respingerò sempre.
L'autore di questa frankezza