Non pensare al terrorismo
Stiamo combattendo diverse battaglie per e alcune battaglie contro. Le stiamo perdendo quasi tutte, queste battaglie
Stiamo combattendo diverse battaglie per e alcune battaglie contro. Le stiamo perdendo quasi tutte, queste battaglie
L’odio è il sentimento che mi mantiene in vita, è la panacea che mi ha guarito dall’amore, è il panino secco del muratore rumeno, è il Sacro Graal del nazareno, è tutta una serie di metafore simili per rendere l’idea.
Di buon mattino abbiamo sbattuto il naso, ancora indolenzito dall’iperattività aspiratoria della notte, contro l’intervista post-arresto-pre-iniziodeltour di Mannarino, rovinandoci irrimediabilmente la giornata. A prescindere dal risultato di Italia – Uruguay.
Vogliamo rovinarla anche a voi.
Fallire è la cosa che mi riesce meglio nella vita. Credo di avere un’inclinazione naturale nel non farcela. Dicono che questa nuova generazione abbia poco talento, io ne ho uno nemmeno tanto nascosto: sbaglio, sbaglio le cose da fare, sbaglio le cose da dire, sbaglio soprattutto le cose da non dire nel momento in cui non le dovrei non dire
Mi succede ogni volta che guardo Servizio Pubblico, penso intensamente ai motivi per cui non vinceremo mai, ma proprio mai.
Su questa dannatissima egemonia formativa e totalizzante delle foto social, soprattutto in un periodo di allegria colletiva come il Natale (Parental Advisory)
In questo mesto giorno di festa, c’è chi non festeggia, perché pensa che non c’è un cazzo da festeggiare, e che la vita è comunque una merda. Anche senza Berlusconi. Figuratevi poi quando ritorna.
Luciano Bianciardi, figura enorme di quella letteratura incazzata della seconda metà del Novecento, un sasso nell’ingranaggio dell’estabilishment culturale che tanto, ma proprio tanto manca a questa enorme periferia infame chiamata Italia.
Cerco di trarre delle conclusioni riguardo 1) il concetto di manifestazione di piazza, 2) il concetto di internet e 3) il concetto di Francesco Costa.
Una discussione sul ruolo della cacata mattutina, sui media tradizionali e sull’ano di Melissa Satta.
Maledetto il giorno in cui scelsi la sinistra come punto di riferimento culturale, ideologico e politico della mia miserevole e stronza vita.
C’è stato un periodo in cui le persone si dividevano in gruppi, in clan, e amavano mangiare cibi diversi, votavano partiti diversi, ascoltavano musica diversa, e facevano un sacco di cose diverse; poco prima che la crisi dell’individuo e l’avvento di Drive In segnassero il passo all’omologazione collettiva che ci vuole tutti adepti dei Daft Punk e fan di Master Chef con tanto di havaianas.
Mi son trovato ad un certo momento della mia vita ad aver capito (forse anche carpito) i 7 minuti di Francesco Nuti, ad averlo sentito vicino, quasi me, che tu pensi ‘questo ha perso completamente il senno’, ma tu ne hai colto la ratio, l’istante esatto in cui la follia si è impossessata del suo talamo e anche un po’ del tuo, in una lucida simbiosi.
Stiamo vivendo anni difficili, anni complicatissimi, anni pieni di Francesco Costa e di gallery del Post.
La gente, periodicamente, si caca il cazzo, arriva alle elezioni cacata di cazzo e vota ottenebrata da un vibrante cacamento di cazzo.
Mancano pochi giorni al voto, e la buona notizia è che mancano pochi giorni alla fine di questa logorante campagna elettorale.
Qualche frase sul Superbowl che ci ha tenuto incollati allo schermo anche quest’anno. Sì, anche quest’anno.
Ciao Brunori, prego accomodati. Come ti senti oggi? Va meglio con quelle colichette? Devi provarmi il Lactobacillus reuteri e soprattutto tenermi molto caldo il pancino Brunori, se no mi vieni qui e mi sei sempre così distratto e spossato che lavoriamo poco e male, Brunori.
Vivo con quotidiana angoscia e sibillino terrore queste dense giornate di campagna elettorale con una crescente e irata sensazione di peggioramento
Queste sono state le primarie del Noi vs Voi, senza nessuna analisi profonda della complessità di un elettorato che sta cambiando e ha i coglioni pieni del Noi vs Voi.