Al protagonista di questo film piacciono molto le moto e ci va anche con i mocassini, in moto, che secondo me non è una buona idea, visto che gli piacciono molto anche i mocassini, se li mette spesso, anche a casa, al posto delle pantofole, e tendono a rovinarsi, i mocassini, con i pedali della moto.
Però a lui credo vada bene così, saranno di pelle speciale, pelle motociclistica, vai a sapere.
E quelli che comandano e che decidono le cose fumano i sigari, e hanno le voci piene dei sigari che fumano, come quelli che respirano i palloncini di elio e poi fanno la vocina.
E c’è uno, che poi è il cattivo della storia, che a casa nel suo studio ha il legno alle pareti, come se fosse un parquet, però lui l’ha messo alle pareti, e sopra ci ha messo dei quadri molto vecchi e molto famosi, e io ho pensato chissà com’è piantare un chiodo nel parquet.
E quello che si vede è un mondo strano, che ti insegna, a me pare, soprattutto a rispondere sempre velocemente e in maniera molto arguta alle cose che ti chiedono gli altri, anche se sei teso, molto teso, che a me per dire, quando capita, con qualcuno che mi mette in difficoltà, inizio a respirare male e non riesco nemmeno più a fare cose piuttosto semplici, tipo ingoiare, e la frase giusta mi viene il più delle volte il pomeriggio del giorno dopo, quando tutti se ne sono già andati.
A mia discolpa va detto, però, che non ho mai lavorato in una banca d’investimento. Credo incida, un po’.
E le persone che ci sono in questo film non le vedi mai mangiare, nemmeno una volta mi pare, bevono quello sì, ma mangiare mai, e credo sia una cosa che abbia in qualche modo a che fare con l’odore, a me sembra che niente delle cose che si vedono in questo film abbia un odore, nemmeno i sigari che fumano quelli che comandano e che decidono le cose.
E i sigari nei film di banchieri sono come i cavalli nei film di cowboys.
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