Piergiorgio Paterazzi: io lo conoscevo bene. Ora è uno dei personaggi più in vista della Terza Repubblica, ma io mi ricordo quando compravamo tonno insieme, al discount, della marca più scadente. Era il Tonno Qualcosa, costo 73 centesimi a scatoletta. Aperta la scatola con un piccolo piede di porco, dentro potevi trovarci di tutto, a volte anche tracce di tonno. Era un’ecoballa al gusto di pesce.
Inutile dire che il “tonno” (virgolette obbligatorie, quando si parla di scatolame come il Tonno Qualcosa) è una componente essenziale nell’alimentazione di un precario senza futuro (con un passato di verdure e un presente di merda). Ritroviamo il “tonno” in tutti i momenti della giornata di un universitario foggiano medio: nella pasta col tonno, nell’insalata col tonno, nei panini tonno e pomodoro, nelle brioche tonnate del discount, nello yogurt al tonno e, dulcis in fundo, nell’amaro al tonno. Il tonno, care merde, è la colonna sonora della nostra vita (soprattutto quando stimola una digestione rumorosa).
Ma perché parlare tanto di ex mammiferi in scatola? Per dare un’idea del tenore di vita del Paterazzi, quando, nel 2010, era solo il mio coinquillino. Anche io in questi 10 anni qualcosa nella mia esistenza l’ho combinata. Ora al discount compro tonno pinna gialla, 1,20 euro a scatoletta. Volete sapere la marca? Tonno Forse. “La migliore approssimazione al pesce, in scatola”, recita la pubblicità su Teleroma56. Il Paterazzi invece di strada ne ha fatta veramente tanta, e adesso mangia caviale del Mar Nero insieme ai suoi compagni di partito di “Fascismo e libertà condizionale”.
Iniziò presentandosi ad un club del Popolo Viola. Andò pressapoco così:
Paterazzi: “Non so fare un cazzo”
Popolo Viola: “Questo è un pre-requisito, ci dica qualcos’altro”
Paterazzi: “Odio Berlusconi”
Popolo Viola: “Così il suo curriculum è quasi perfetto”
Paterazzi: “Mio zio ha una fabbrica tessile, vi farà uno sconto del 18% sui foulard viola”
Popolo Viola: “Da questo momento lei è consigliere nazionale, con delega alle playlist durante le manifestazioni (metta sempre un pezzo di Cristicchi, mi raccomando)”
Paterazzi fu ministro delle Infrastrutture dal 2013 al 2015, durante il primo governo Fazio (Fabio). Poi strappò con la maggioranza, perché nella fiction in costume A Spartaco Silvio stava sul cazzo diedero un ruolo secondario alla diciassettenne Vanessa Banfi della Rocca, studentessa del Mamiani e sua amante in seconda. Il Paterazzi, dopo un breve abboccamento, entrò in “LiberaliCaucasici”, il 28° partito fondato da Ferdinando Adornato. Lì gli fu dato un appalto, la guida di una collana editoriale e la presidenza di una fondazione. Ma durò solo 12 mesi. Dopo una serie di difficili dichiarazioni contro l’esplosione dell’immigrazione congolese nel Frusinate, Paterazzi si avvicinò ai ragazzi di “Fascismo e libertà condizionale”, tramite Moana Mussolini, figlia adottiva di Alessandra. Adesso è al Viminale, arresta i boss, ma non ogni giorno (ti immagini la noia?): solo quando uno scrittore Mondadori lo accusa in tv di non arrestare i boss.