Dario torna a casa la sera
In questo mesto giorno di festa, c’è chi non festeggia, perché pensa che non c’è un cazzo da festeggiare, e che la vita è comunque una merda. Anche senza Berlusconi. Figuratevi poi quando ritorna.
In questo mesto giorno di festa, c’è chi non festeggia, perché pensa che non c’è un cazzo da festeggiare, e che la vita è comunque una merda. Anche senza Berlusconi. Figuratevi poi quando ritorna.
La fine di un’era? Il passaggio ad una nuova vita? Non lo sappiamo, però quello che abbiamo visto è stato sicuramente un bel film. Dalla Roma di Fellini a quella di fellatio.
“Henry, ti presento Renzi”, un remake in salsa democratica solo su Bambini Dimmerda, la striscia ideale per un partito liquido.
Noi come voi siamo stanchi di assistere a queste forme di protesta violente, gente che imbratta i muri dei circoli di partito, gente che fanno i cattivi, che poi si può essere d’accordo o no con la protesta, io l’ho fatta parlare e adesso fa parlare me, io non l’ho interrotta, dicevamo… sì, i casini, la polizia che sono i primi precari, le forze dell’ordine che come diceva Pasolini so’ i primi cravattari della plebe: basta, c’abbiamo rotto il cazzo, questa è l’INFOGRAFICA definitiva del Ribelle del Pd: calmo, bello e amico delle vetrine.
Si è concluso nella notte tra lunedì e martedì lo spoglio delle schede delle elezioni regionali di Basilicata, uno più lunghi della storia se guardiamo al numero degli elettori
Il partito più bello del mondo, senza alcun dubbio.
Il debutto del talent show letterario recensito da Franka Dipollina. Un fallimento degno di andare avanti.
Uno non si indigna perché, al ventesimo minuto del primo tempo, è stata interrotta Salernitana-Nocerina, incontro valevole per la undicesima giornata del girone B della Prima Divisione, campionato Lega Pro.
E se anche uno volesse indossare i panni dell’indignato perché hanno leso il suo inalienabile diritto al regolare svolgimento di partite di campionati minori, sancito dalla Costituzione Snai-Lottomatica, quei panni li può vestire solo il compilatore di schedine, l’appassionato di videopoker, il consumatore abituale di sambuche. Il giornalista, per esempio, non è lì per indignarsi. Il suo compito sarebbe andare sul posto o comunque fare tutto il possibile per rispondere a delle domande, per spiegare cosa succede, quando le cose succedono. Invece, apri i giornali e leggi di apocalissi dello Stato, di apocalissi dello stadio, di apocalissi della civiltà occidentale. Tutto nei 17 km che dividono Nocera Inferiore da Salerno.
Luciano Bianciardi, figura enorme di quella letteratura incazzata della seconda metà del Novecento, un sasso nell’ingranaggio dell’estabilishment culturale che tanto, ma proprio tanto manca a questa enorme periferia infame chiamata Italia.