L’Italia è il paese delle iniziative.
Si promuovono iniziative pro o contro qualcosa tutti i giorni. Arrivano da ogni direzione e, come le idee, vengono annunciate da un enorme stendardo.
Con grande coinvolgimento e tanta passione.
Proprio ieri notte sono inciampato, sul sito de l’Espresso, in un’intervista al promotore di una iniziativa che ha attirato la mia attenzione per via del titolo: No Cash Day.
“Azzo!” Ho pensato, “finalmente una campagna che mi vede d’accordo. Di sicuro riguarda il fatto di non cacciare soldi per un giorno.”
E invece no.
Non si tratta di non spendere soldi per un giorno.
Si tratta di non usare contanti per un giorno. Anzi, leggendo meglio, si tratta di un invito a strisciare solo carte per un giorno.
Già dalle prime risposte, la faccenda comincia a puzzare. “Non bisogna dimenticare che uno studio Usa ha dimostrato come il 18% delle monete e il 7% delle banconote in circolazione siano veicoli di batteri come l’Escherichia Coli e lo Stafilococco Aureo”, dice.
Dunque lo studio Usa ( dove Usa vuol dire anche certificato di garanzia) riesce a dirci con esattezza la percentuale di monete e banconote veicolo di batteri. Ma a quali monete e banconote si riferisce? A tutte quelle del mondo? Ai dollari (o verdoni)? Agli euri? Alle lire? E il follaro allora?
E cosa dovrebbe dire chi viaggia spesso, per esempio, sul regionale Salerno – Potenza, o sull’espresso notturno Lecce – Milano, e mettiamoci pure l’eurostar Taranto – Roma (che è indecente) (e costa quanto un eurostar decente)? Oppure sui treni regionali e locali di molte regioni del centro sud Italia (e suppongo anche del nord)?
Se uno non contrae i suddetti batteri su cotanti treni, può mai avere timore dei soldi? Non credo proprio. Infatti questo è un motivo buttato lì, insieme a tanti altri che non fanno una grinza, e il giornalista gli fa solo due mezze domande sul fatto che qualcuno ci guadagnerà molto denaro dalle transazioni e che questo qualcuno appare ben visibile nella pubblicità sul sito promotore dell’iniziativa.
Che bel concetto, quello di Iniziativa.
La risposta, al pari delle altre, non fa una piega: “La pubblicità viene generata automaticamente dagli Adsense di Google ed è collegata alle società di credito perché le pagine parlano di questo”. Appunto. Le pagine parlano di questo. Parlano di carte di credito e bancomat. E linkano banche e società di investimenti a ripetizione.
Solo all’ultima domanda, the promoter ammette che “questa campagna porta sicuramente dei vantaggi a quei soggetti che permettono il trasferimento di denaro virtuale, ma c’è un reale vantaggio anche per le persone nell’abbandonare il contante”. Non è dato sapere con precisione quali siano questi (presunti) vantaggi reali per le persone.
Piuttosto io, finito di leggere l’articolo e smaltito il conseguente leggero nervosismo, torno alla mia realtà.
E penso: ma a me che me ne fotte? Io faccio parte di quel 28,9 % di giovani disoccupati e poco occupati.
Per noi il problema non si pone affatto.
Non teniamo na lira.
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