Il potere è coeso.
Avevano parlato di strappi, scissioni, persino tradimenti.
Erano solo lievi smagliature.
I cosiddetti giochi di potere.
L’affondo dell’erede al trono, nel tentativo di soverchiare il sovrano nel momento in cui questi mostra i primi veri segnali di debolezza, di cedimento.
Non il senso dello stato, non l’imbarazzo di essere guidati da un esemplare che raccoglie in sè gli aspetti peggiori dell’essere umano, non la consapevolezza che la società civile si sta disintegrando.
Nessuna di queste ragioni ha ispirato la congiura dei cospiratori di Fli – che da oggi cambia nomein Fly (away) – e degli altri cortigiani stufi di accontentarsi delle briciole, se così si possono chiamare.
Sono deluso e amareggiato.
Avevo ostentato un apparente pessimismo, forse per proteggermi.
In realtà celavo una segreta speranza che mi rendeva inconsciamente fiducioso.
Sono stato ingenuo, ancora una volta.
Qualcuno, forse Einstein, ha detto che la follia consiste nel ripetere la stessa azione pensando che il risultato possa cambiare.
Io l’ho fatto, anzi l’ho rifatto.
Nell’ istante in cui il mio cervello ha realizzato l’accaduto, ho compreso in tutta la disarmante verità un’affermazione di un grande uomo appena scomparso.
La speranza, ha detto pochi mesi prima di morire, non esiste.
E’ un’illusione che “loro” infondono nel popolo, consapevoli di quello che fanno, perché essa consente alla massa di non abbattersi nei momenti
in cui pensa non si possa più andare avanti, mirare al futuro.
Il nostro futuro è stato ieri.
Mario, avevi ragione tu.
Ancora una volta.