C’è che se n’è andato uno dei più grandi registi italiani.
E c’è che l’ha voluto fare a modo suo.
Punto.
E c’è invece chi il punto non ce l’ha messo.
C’è chi si è sentito in dovere di aprire un virgolettato definendo il gesto di chi se n’è voluto andare a modo suo “tremendo e di solitudine”.
Poi qualcuno può obiettare “va bene, è normale, che vuoi che sia, il mondo è pieno di gente che la pensa diversamente da te”.
Si ma non è questo il punto.
Io sono oltremodo incazzato per un altro motivo.
Non perché a dire queste vagonate di banalità moralizzatrici sia stata Paola Binetti, senatrice per molti anni nelle file del Pd.
Ma perché uno dei primi ad uscire dal coro e a prendere posizione contro la Binetti è stato Walter Veltroni.
Il Walter!
Premessa: quando è nata questa rubrica, mi ero ripromesso di non parlare di Walter Veltroni.
Il web è pieno di blog contro Veltroni.
La tentazione è quotidiana e io non ci volevo cascare…
Mi dispiace ma non ce l’ho fatta.
Come si fa a non parlare male di Veltroni?
Come si fa a non provare una rabbia disumana, a mettere le mani nell’acqua bollente, a leccare il freezer, a dare testate ai doppi infissi, a flagellarsi con cinghie di vetroresina roventi ogni volta che parla l’ex segretario?
Io, per esempio, ogni volta che lo sento, cerco di immaginarmi altrove.
E molto spesso mi trovo vicino all’equatore con migliaia di vergini seminude.
Ma la voce di Veltroni e soprattutto la sua sintassi, mi riportano qui e adesso.
Sulla mia triste e verde moquette.
Tu, Veltroni, che ora attacchi la teodem Binetti, non sei riuscito a mandarla via a calci in culo dal partito di cui eri segretario.
Avresti dovuto stracciarle la tessera e ingoiartela quando ha sostenuto pubblicamente tesi omofobe contro gli omosessuali.
E poi contro la fecondazione assistita.
Era nel tuo partito quando parlava di mortificazione corporale.
Mortificazione corporale.
E tu non l’hai cacciata.
Non l’hai nemmeno insultata.
O invitata a lasciare il parito.
Faceva parte del tuo Pd, quello moderno, europeo e riformista.
Santa miseria ladra parlava di mortificazione corporale!
Ora, caro Walter, tocca a noi difendere le scelte di Mario di fronte a tesi e illazioni di codeste caricature servili, ipocrite e moralizzanti.
Tocca a noi ricordare alla senatrice Binetti che nella vita esistono delle alternative, delle scelte che nessuno può avere l’autorità di negare.
Tu ora non puoi.
Tu la tua occasione l’hai avuta.
E l’hai miseramente sprecata.
Punto.