Esiste un Five Million Club. Anche se ne ignoravate l’esistenza.
Ne parla Beppe Severgnini nel suo libro. A me non piace molto Beppe Severgnini.
E non perché è interista.
Però la sua è una teoria curiosa e interessante che, semplificata e snellita, fa più o meno così: in Italia si vendono 5 milioni di giornali al giorno che vengono letti da 5 milioni di persone che poi sono le stesse che non guardano il Tg1 di Mastrota e che si informano su Internet.
Cinque milioni sono quelli che si guardano Ballarò e altri programmi di approfondimento politico, che vanno a teatro, che pisciano con la tavoletta alzata, ecc ecc.
Gli stessi 5 milioni imprecano davanti ad ogni servizio su Avetrana, spaccano telecomandi ad ogni dichiarazione di Capezzone, avvisano le forze dell’ordine all’avvistarsi di un giornalista di Studio Aperto.
Gli stessi 5 milioni sanno benissimo che il dramma dell’estate non è l’abbandono dei cani in autostrada, sanno altrettanto bene che Fabio Volo non è uno scrittore, che Mangano non è un eroe, che Ruby molto probabilmente non arriverà vergine al matrimonio, che Bondi Ministro della Cultura è un pò come Arrigo Sacchi segretario della Uil, che Striscia la Notizia non fa inchieste, che Gerry Scotti non conosce nessuna delle risposte ma le legge, che Santanché è un avverbio di destra , che Gasparri non ha sbattuto la testa cadendo dal motorino perché non lo sa neanche accendere il motorino, che Bocchino non è un politico ma un imperativo bipartisan, che Berlusconi e Putin sono amici non perché si stanno simpatici, che se inviti a cena Sgarbi ti manda affanculo anche la tovaglia, che Silvio Muccino andrebbe doppiato, che Bigazzi i gatti se li mangia per davvero, che Bruno Vespa è meno imparziale di Bonaiuti, che Christian De Sica non può essere il figlio di Vittorio De Sica, che Sivlio Muccino è senza dubbio il fratello di Gabriele Muccino, che “l’incredibile energia” di Simona Ventura costa una piotta al grammo, che dire “il popolo viola” è un pò come dire “i papa boys”, che quello non si è fatto da solo ma si è fatto aiutare a farsi da solo, che Casini è più colluso di Dell’Utri (forse no…dai uguali), che se San Remo, X Factor e Amici sono così seguiti vuol dire che un italiano su tre sotto la doccia canta con la chitarra, e che l’elettore medio della Lega non ha mai capito il finale di Pinocchio.
A questo punto qualcuno potrebbe dire:” bravi, complimenti, gran bel Club; ma noi siamo il doppio”.
Si è vero, cinque milioni non sono tanti, ma immaginateveli tutti sul tetto di Palazzo Chigi.
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