Quello della casa è un tema universale.
Un problema che coinvolge tutti: me e voi.
Che siate single, in coppia, con o senza figli, euforici o depressi, una casa dove dormire, mangiare e cacare dovrete pur averla. O no?
E se non una casa, una villa almeno.
Se non avete nemmeno quella – poveri stronzi che non siete altro – una capanna potrebbe fare al caso vostro. Una di quelle belle accoglienti dove tornare a casa la sera.
Che fa sempre comodo.
Ma prima di sapere in quale casa abitare – di roccia, fango, paglia o legno – ci sono ben altre questioni da affrontare.
Il mutuo, per esempio, potrebbe essere una decisione assennata.
La decisione da prendere se si appartiene alla schiera degli stanziali, dei tanti finché-morte-non-ci-separi che amano porre le basi della propria esistenza da qualche parte, per poi iniziare a costruire.
Ma quale mutuo stipulare? A tasso fisso o variabile?
Non è meglio pagare un affitto?
A pensarci bene l’affitto ha i suoi lati positivi.
Nessuna catena.
Nessun obbligo.
Si può facilmente cambiare casa, quartiere o città.
Se appartenete ai ribelli, alle anime rock’n’roll, a quelle DIY, ma anche alla tipologia macho-latino sciupa femmine, ecco, questa potrebbe essere la scelta giusta.
Ma fate attenzione.
Riflettete prima di affittare la vostra villa in campagna.
Ché i 10mila euro di diritti musicali potrebbero non bastarvi.
E allora potreste essere assaliti da un amore sconfinato per l’assistenzialismo.
Potrebbe venirvi in mente di chiedere un vitalizio.
Di supplicare per una capanna nel lungotevere.
O di andare a trovare la Polverini.
Di trovarla simpatica.
Di decidere di dedicarle una canzone.
Di rimangiarvi tutto.
Di andare in televisione.
Di sputare sui soldi [… ].
Tutto il resto è NOIA.