Conosco uno che quando scrive al computer non guarda mai la tastiera, guarda fisso lo schermo senza distrarsi mai e senza sbagliare niente e anche in questo film è pieno di ragazzi che fanno lo stesso, che quando programmano i computer non possono essere interrotti, ecco, una cosa che ti insegna questo film è che proprio non possono essere interrotti, è come l’ispirazione degli artisti, ogni tanto in certi film si vedono gli artisti ispirati, tipo Mozart, e questa è un’ispirazione del ventunesimo secolo, un’ispirazione digitale, chissà che visioni hanno i programmatori, tutti numeri e codici, che se smettono poi rimangono pagine web incomplete, come un Requiem in html.
E poi c’è una scena con quello di Facebook e quello di Napster, un po’ come quel film in cui si incontrano Mozart e Salieri, e niente, questi due stanno in una discoteca, e parlano, e c’è la musica assordante e loro parlano a voce alta con questa musica assordante, e tu pensi Ma non potrebbero abbassare questa musica, è assordante, non riesco a capire quello che dite e loro continuano a parlare e tu stai lì e pensi Mio dio non vedo l’ora che smetta questa musica, non si riesce a parlare in questo posto, ma se dovete parlare, andatevene, no?, che è esattamente quello che penso io quando vado in discoteca, e insomma volevo dire che è una scena riuscitissima.
E ci sono le università americane che hanno il loro nome scritto da tutte le parti, tipo HARVARD o STANFORD, è importante scriverlo in più posti possibile, il nome, questa è un’altra cosa che ti insegna questo film, e qui lo trovi davvero un po’ ovunque, sulle magliette, le felpe, sulle mutande, anche, due ragazzi ce l’hanno persino in camera, avranno paura di dimenticarlo, non so, forse c’entra l’orgoglio, che è parecchio strano però, perché stanno sempre tutti chiusi nei loro campus, è un po’ come se se lo rinfacciassero a vicenda, questo orgoglio, quindi forse non c’entra niente, e un po’ mi dispiace, perché questa mia teoria dell’orgoglio spiegherebbe tra le altre cose, anche abbastanza agilmente direi, il fatto che a me, per dire, non mi è mai passato per la testa, di avere qualcosa con sopra scritto: DAMS.