C’è John Turturro che all’inizio di questo film dice che le canzoni sono come uccelli.
C’è un sassofonista che si chiama James Senese e suo padre era un soldato americano sbarcato a Napoli che c’era la guerra e lui non l’ha mai conosciuto, e dice che quelli del quartiere quando era piccolo lo chiamavano Geimmisiello.
E i musicisti napoletani cantano le canzoni napoletane in mezzo ai vicoli napoletani. E dietro di loro, mentre cantano, ci sono i muri di Napoli, che sono muri distrutti e pieni di scritte. E su un muro c’è scritto STADIO S.CHIARA. Su un’altro c’è scritto MARTA! Su un altro c’è scritto WIEN BUDAPEST. Su un altro c’è scritto SIETE BELLI VI AMO.
E a un certo punto c’è un cuoco che accenna una canzone che gli cantava sua madre, e prima di cantare dice Guardate che non so cantare, e poi canta e a me sembra che canti in un modo bellissimo.
E c’era anche un’altra cosa che volevo scrivere, ma continua a venirmi in mente la pubblicità di un altro film, che hanno proiettato prima di questo, un film americano, si chiama The Killer Inside Me, io l’ho visto qualche mese fa, e l’ho visto in lingua originale, e c’era la voce del protagonista che era incredibile, sembrava la voce di uno che hanno riempito di pugni nello stomaco e che appena dopo i pugni si rialza e cerca di parlare come se nulla fosse. E io ho pensato che gran parte della storia poggiava su quella voce, che se quello aveva un’altra voce, sarebbe stata un’altra storia. E nella versione italiana i doppiatori gli hanno messo la voce con cui gli adolescenti americani parlano nelle serie tv, e io non so che cosa passa per la testa a questa gente, davvero, di cosa pensano che siano fatti, i film.
E niente. Scusate.