Gorbaciòf non parla tanto, non gli piace, se ne va in giro sempre con lo stesso vestito grigio e la stessa camicia rossa, che per lui è una specie di divisa, una divisa che capisce solo lui, si mette in divisa davanti a sé stesso, che al lavoro non ne ha bisogno, della divisa, è vero che lavora in un carcere, ma mica come poliziotto, sta dietro un vetro a mettere i timbri, non si sa bene per cosa, non è importante. E un timbro in un certo senso ce l’ha anche in fronte, una voglia bella grossa che era anche facile chiamarlo Gorbaciòf, è per questo, mica è russo. È napoletano, lui.
Gorbaciòf non parla tanto e quando sta zitto parla soprattutto con le chiavi sbattute sopra i tavoli e le bottiglie sbattute sopra i banconi e con tutti gli altri rumori che fa uno che preferirebbe non parlare mai, tutti i rumori diventano parecchio importanti.
E le persone che a Gorbaciòf piacciono più delle altre sono a questo proposito le persone straniere che l’italiano lo parlano male e anzi meglio se non ci provano nemmeno, a parlarlo, e infatti frequenta delle persone cinesi che in questa cosa effettivamente non le batte nessuno. E infatti Gorbaciòf cade innamorato di una donna che è parecchio bella e in più ha questa cosa che non parla la sua lingua e questo è chiaramente il massimo per lui. E a un certo punto decide di dirle una cosa che secondo me era qualcosa tipo Un giorno guarda che si va via da questo ristorante dove si minaccia la gente e nessuno ride mai. Ma mica può dirglielo così che lei non capirebbe, è cinese, e un altro magari avrebbe mimato, che ne so, un treno, fatto un disegno. Gorbaciòf non ci prova nemmeno, la porta direttamente in aeroporto, mica per partire, solo per mostrarle quello che voleva dire, per farsi capire.
E all’aeroporto si mettono a giocare con i carrelli, fanno un po’ i bambini, insomma, e lei si prova degli occhiali da sole e non si guarda allo specchio ma guarda Gorbaciòf, che sta fermo immobile non dice nulla, e decide così se le stanno bene o non le stanno bene, non ha più bisogno degli specchi, adesso, c’è Gorbaciòf, e se uno non ha più bisogno degli specchi, in un certo senso, non ha bisogno più di nulla, è una cosa, questa, che c’è da essere invidiosi, a pensarci bene.